“L’anima non è naturalmente buona. Richiede attenzione. Richiede amore, richiede bellezza, richiede apprendimento.”
J. Hillman


martedì 25 ottobre 2011

Il contrario di tutto



Non sono mai stata, tranne che in particolari momenti, una persona pessimista e forse non è neanche questione di esserlo o non esserlo, ma mi chiedo come siamo giunti ad accettare che le parole, o meglio, che il loro significato venga sovvertito senza alcun ritegno.
Questa pratica ormai appartiene alla normalità, e viene messa in atto sotto i nostri occhi incapaci di vedere, "ipnotizzati" da chissà quale, senso del futuro...Faccio un esempio.
Giorni fa ho avuto modo di conoscere ed ascoltare alcune donne di Srebrenica che, in un incontro pubblico, hanno raccontato la  terribile esperienza del massacro avvenuto, circa 16 anni or sono, nella loro città. In tale eccidio hanno perso i parenti più prossimi, ed oggi si stanno ancora battendo, per riuscire a ricomporre i resti dei loro cari, seppelliti nelle fosse comuni, ma quel che fa ancora più sdegno, è che devono ancora ottenere giustizia su ciò che è stato.
Tutti sappiamo che Il massacro di Srebrenica è stato un genocidio e crimine di guerra, consistito nel massacro di migliaia di musulmani bosniaci, nel luglio 1995, da parte delle truppe serbo-bosniache, guidate dal generale Ratko Mladić, nella zona protetta di Srebrenica, che si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite.
Così come sappiamo che lo stesso Mladic, accusato di genocidio,crimini contro l'umanità, violazione delle leggi di guerra durante l'assedio di Sarajevo e per il massacro di Srebrenica dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia, è stato arrestato il 26 maggio 2011 dopo 16 anni di latitanza.
Ma allora, mi chiedo perché ancora non è stato fatto niente per aiutare questa gente? L’ONU non vuole ancora far luce sull’intera vicenda, prendendosi carico delle proprie responsabilità.
Questo vuol dire giustizia? 
Sentendo parlare quelle donne che rischiano la vita solo perché parlano chiaro e si vedono negato il sacrosanto diritto di piangere i loro morti, ho pensato a quanta gente al mondo è in attesa di una giustizia vera dal proprio governo o dagli organismi internazionali.
Nel concetto di giustizia, leggiamo che essa deve essere sempre messa in atto come la volontà del popolo, è potere legittimo di tutelare i diritti di tutti e, nelle circostanze riconosciute, di accordare giustizia, ascoltando richieste per essa e in nome di essa, accordando ciò che è giusto, quando è dovuto e a chi è dovuto.
Ma questo mondo, oramai, ha preso il vizio di rovesciare ogni buon concetto, ogni valore, in nome dell’impossibilità di pensarsi in un futuro migliore. A partire dall’idea di giustizia, pensiamo alla politica, allo stato sociale a chi non ha modo di vivere dignitosamente, a chi è vittima di violenza, anche perpetuata, ai piccoli fatti, ma significativi, del nostro quotidiano e chiediamoci, qual è la giustizia ed il senso di responsabilità che ne ricaviamo. Eppure, nessuno può sentirsi sempre e solo aldilà delle barricate, al sicuro, nella propria casa. Perché appare ovvio, oramai, che se non prendiamo coscienza di come siamo messi, il sonno della ragione, genererà sempre più mostri che non risparmieranno nessuno, neanche gli ignobili potenti della terra.

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