Improvvisami
amica della nodosa sinuosità dei rami degli alberi,
ascoltami
correre veloce e silente come vento sull’erba alta.
Sorrido
con un nocciolo di ciliegia in bocca
E
lo sputo mentre ammiro il tramonto, senza accorgermi delle mille lucine accese
della città.
Dinanzi
a me il passato si affolla di azioni fatte, di vita e attese. Dietro il futuro
mi attende fra risucchi, affermazioni e tenerezze.
Passo
la netta linea dell’orizzonte fino a capire che non si può mai sapere.
Ma
ormai la mia vita scorre così, fra rocce che riconosco e fiori delicati che finiscono
per perdere il loro colore.
Riprendo
l’auto e torno,
questo
lo so fare bene
sebbene
io non riesca a fare a meno della piccola ciliegia da mordere con le sole
labbra, un istinto per altri attimi di consapevolezza e riconciliazione con
questa donna che mi viaggia dentro ed usa occhi scuri e piccole mani per creare nuove possibilità di gesti oramai irriducibili .
Sono un po' fuori tema, la frutta non è la stessa, ma mi è venuta in mente e te la dedico: è una delle più belle poesie mai scritte,amica mia:
RispondiEliminaC'è sull'alto del ramo,
alta, sul ramo più alto,
una mela, rossa.
Dai coglitori fu dimenticata.
Dimenticata? no, non fu raggiunta!
Saffo
ti voglio bene, gigia