Potrei scrivere sopra lo spicchio di cielo che si misura
tra i vetri,
il suo silenzio si affida all'indifferenza,
lasciando giungere segni di nubi e giochi di uccelli,
lasciando giungere segni di nubi e giochi di uccelli,
che il vento in forza imbatte e sospinge.
Ti osservo infinito cielo,
per scorgere un segno che ti renda capace di me.
Vorrei che la mia anima fosse della tua eternità,
Vorrei che la mia anima fosse della tua eternità,
ma poi mi sorprendono i rari sorrisi fra passanti distratti
che respirano con ritmi differenti e corti
e ritorno così a rubare, affamata, mortali parole del
vivere,
quelle nate dalla polvere e dai suoi infiniti e schietti odori di terra e passi.
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